“Penso che il nerf a Mercy la depotenzi un po’ troppo”: le parole di HAL, campione italiano di Overwatch, ai microfoni di Esporters

Thomas ‘HAL’ Avallone, uno dei migliori giocatori italiani di Overwatch, racconta ciò che pensa dell’esport in Italia e sulla Overwatch League

Thomas Avallone, meglio conosciuto come HAL, è stato intervistato da Esporters. Durante l’intervista, HAL ha parlato della sua fama di campionae italiano di Overwatch, della scena esportiva italiana e tano altro!

Sei considerato uno dei migliori giocatori italiani di Overwatch. E’ un titolo che ti pesa? Come vivi questo primato?
Personalmente non sento tanto questo peso, principalmente per due motivi: innanzitutto prima di tuffarmi nel mondo del titolo Blizzard, ho avuto modo di confrontarmi ai più alti livelli in un altro titolo sparatutto, Quake Live, ottenendo tre titoli europei (uno con la nazionale italiana in veste di capitano) e un quarto posto mondiale al Quakecon, a Dallas. Non a caso il primo team con cui ho iniziato a giocare a Overwatch presenta due volti noti della Overwatch League: Soon e Unkoe dei Los Angeles Valiants. Il secondo motivo invece è l’esperienza accumulata tramite la mia diretta streaming su Twitch ed il ruolo che, nel tempo, è andata a ricoprire nei confronti della community italiana: un luogo – oltre che di intrattenimento – dove chiunque, dai più bravi ai novizi, possono imparare non solo a giocare, ma anche il rispetto nei confronti dell’avversario e dei propri compagni nei giochi competitivi multiplayer online. L’esperienza della LIVE e quella precedente ad Overwatch, così come quella vissuta sullo stesso titolo fino a Marzo 2017, piazzandomi tra le migliori 10 squadre europee insieme ai “Bench Boys”, han fatto in modo che riuscissi sempre a guardare oltre ai miei tre titoli italiani vinti nel corso del 2016.

Cosa pensi della scena esportiva italiana?
Al momento penso che stiano nascendo alcune organizzazioni capaci di supportare i propri giocatori nei modi corretti, in primis quello economico, così da incentivare la singola persona a concentrarsi solo sull’allenamento e senza che si senta in una situazione incerta circa questo talento: è un hobby o un lavoro? Per molto tempo questa serietà nel campo delle organizzazioni (anche dette “org” o “team”) non esisteva, spesso il supporto – dato anche dall’attuale sviluppo della scena esport italiana – consisteva in un potenziamento sporadico al PC o alle periferiche del giocatore o ad un rimborso spese. Passando ai player, in passato molti coltivavano la loro passione come un hobby, senza poter interfacciarsi ad uno scenario più grande (anche per il mancato supporto da parte delle org): questo punto – che cito spesso nelle mie LIVE – porta a vivere quello che è considerato uno sport all’estero (e che quindi ha dei codici di comportamento e rispetto reciproco) come un mero hobby e quindi spesso ci si lascia andare a comportamenti lascivi e menefreghisti, il che porta ad ambire a degli obiettivi minori rispetto a quelli a cui alcuni talenti potrebbero raggiungere così come a danni per la scena nazionale. Sebbene la maggior parte degli eventi online e in LAN (in loco) a cui ho avuto modo di partecipare siano stati all’estero o comunque gestiti da organizzatori esteri, in un anno effettivo di partecipazione alla scena italiana, penso che si siano migliorate tante cose: pian piano viene dato il giusto risalto ai pochissimi che hanno fatto la storia dell’esport italiano anche negli anni in cui era considerato solo all’estero, sempre più player cominciano ad ottenere risultati degni di nota, le organizzazioni riescono a dare il giusto valore ai propri giocatori, le produzioni di eventi cominciano ad essere sempre più all’avanguardia.

Cosa ne pensi della Overwatch League? Ha la possibilità di diventare un evento “pilastro” della scena esportiva?
La Overwatch League ha impegnato Blizzard Entertainment per tutto il 2017, creando il giusto hype a livello mediatico. Penso che la League sia il sogno di molti giocatori a livello esport, invidiabile anche da parte di giocatori di altri titoli competitivi. Se dovessi evidenziare qualcosa di positivo, sicuramente parlerei dell’idea di creare delle squadre di città famose nel mondo che è sicuramente ottima per allargare la base di tifo ed avvicinare molta utenza anche solo per tifare i colori della propria città. D’altro canto mi auguro che ci sia il giusto supporto per tutti quei giocatori che vogliono entrare a far parte di questa lega milionaria: si deve creare un vero e proprio ecosistema in cui non esiste soltanto quella che dovrebbe essere la “Champions League”, ma anche altri “campionati” che possano far sì che ogni giocatore che riesce a farne parte possa concentrarsi solo sul suo allenamento tramite adeguati incentivi economici. 

Si è parlato molto del recente nerf di Mercy. Secondo te, quali sono gli eroi da nerfare?
Penso che il nerf che è attualmente sul PTR a Mercy la depotenzi un po’ troppo e sarei stato un pochino più blando con lei. Quello a Junkrat invece direi che è ottimo: a livelli alti la sua doppia mina, che non richiedeva talento nel fare danno pieno, era davvero un grandissimo problema; ora invece richiede molta attenzione e tempismo. Un altro nerf che andrei a fare e che potrebbe essere preso in considerazione in futuro riguarda il danno di D.Va: se data in mano ad un giocatore molto abile è capace, grazie alla giusta combo tra dash e missili, a fare molto danno in appena 3 secondi di tempo.  Se uscissimo dall’ambito dei nerf e passassimo a quello dei buff, allora direi che un piccolo buff a Roadhog per reinserirlo in più mappe potrebbe essere necessario – anche se in alcune situazioni è stato utilizzato alla Overwatch League. E oltre a Roadhog, mi sentirei di aggiungere McCree, Lúcio (anche se bisogna aspettare il nerf a Mercy per valutarlo) e forse Reinhardt. Vorrei sottolineare che ciò che bisogna ricercare è il giusto spazio per ogni eroe e non la possibilità di utilizzarli tutti in qualsiasi momento e situazione: per questo trovo corretto, per esempio, che eroi come Mei o Bastion possano essere utilizzati solo in specifici punti di alcune mappe mentre altri, come Soldato76, siano più flessibili e collocabili in più formazioni e mappe.

Quali sono i team più forti dell’Overwatch League?
A mio avviso le squadre più forti sono i Dallas Fuel, i Seoul Dynasty, e i Los Angeles Valiants. Sono anche rimasto piacevolmente sorpreso di alcune performance dei London Spitfire, unico team europeo sebbene i giocatori siano per la maggior parte asiatici. I team più forti, secondo me, presentano giocatori dalla grande esperienza guadagnata nei più prestigiosi tornei tenutisi in più di due anni dall’uscita di Overwatch in accesso anticipato. E non dimentichiamo che alcuni di questi giocatori hanno anche avuto modo di partecipare alle più importanti leghe asiatiche, palcoscenici principali della scena competitiva di Overwatch prima della Overwatch League, e di vincerle.

Pregi e difetti di Overwatch. Quali sono secondo te?
Lasciando la scena esport di cui ho già parlato, secondo me al momento le partite competitive – accessibili quindi da chiunque previo raggiungimento di un livello ottenibile in poche ore di gioco – rappresentano uno dei settori più importanti su cui intervenire. I giocatori più “casual” hanno modo di verificare il proprio livello venendo assegnati ad un lega che spazia dal bronzo fino al “grand master”. L’unica differenza tra l’essere in una lega o l’altra è l’assegnazione, a fine stagione, di alcuni “punti competitivi” con cui si possono comprare degli oggetti estetici. Ed è qui forse la più grande pecca: dopo 8 stagioni competitive chiunque a qualunque rango (grand master compreso) non ha un vero e proprio incentivo a dare effettivamente il 100% in qualunque momento della stagione, ma potrebbe affrontare quella che magari per altri è una partita importante (per la promozione da una lega all’altra per esempio) in modo più blando e senza vedere differenze tra vittoria e sconfitta (anzi: a volte in LIVE noto che se le uniche due opzioni sono pareggio o sconfitta, ci si lascia andare alla sconfitta senza il minimo sforzo per ottenere un pareggio!). Creare degli oggetti estetici specifici per ogni lega, la possibilità di avere riquadri diversi o anche degli accessi a contenuti esclusivi rappresenterebbero la giusta scossa che farebbe impegnare chiunque nella scalata ai ranghi più alti: ha funzionato in altri titoli, ma l’idea era stata scartata precedentemente dagli sviluppatori (ma anche il cattura la bandiera era stato scartato, eppure l’hanno inserito dopo un po’ di mesi..). Tra i lati positivi, oltre al fatto che Overwatch molto probabilmente sarà sede di una delle leghe esport più importanti mai viste, posso evidenziare come sia divertente giocarci con amici e la cura per i personaggi e il loro background: quest’ultimo, come sempre, è un marchio di fabbrica Blizzard che si può sempre riconoscere.   


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