Si torna a parlare ancora una volta degli esport e delle Olimpiadi: un binomio assurdo per Reinhard Grindel, Presidente della Federcalcio tedesca
Da quando il CIO ha parlato di esport alle Olimpiadi, sono state molte le personalità del mondo sportivo a esprimere la loro opinione al riguardo. Questa volta è il turno di Reinhard Grindel, Presidente della Federcalcio tedesca (DFB).
Al Weser Kurier ha dichiarato che: “La più grande competizione per i ragazzi che vogliono far parte dei nostri club non è la pallamano o la pallacanestro, ma quella digitale. Questo è l’impoverimento assoluto“. Grindel ha proseguito affermando che, secondo lui, gli esport non sono sport. Riguardo l’argomento ‘esport alle Olimpiadi’ ha risposto che la considera una cosa assurda e che spera non accada. Non è di certo il primo a esprimere riluttanza verso questa possibile inclusione e il motivo è stato espresso da molti altri: lo sport ‘vero‘ rappresenta sudore fisico. È facile capire perché sportivi che si allenano più ore al giorno, più giorni a settimana, non vogliono vedersi accostati ai ‘nuovi’ atleti: sarebbe come dire che stare seduti su una sedia otto ore al giorno equivale all’allenamento di chi fa nuoto o calcio. Questo continuo bisogno di volere accostare per forza esport e sport tradizionali non farà altro che aumentare gli scetticismi e allontanare i due mondi. È vero che l’esport non ha niente a che fare con gli sport tradizionali: il tipo di allenamento è diverso, è soprattutto mentale, ha che fare con la reattività e la prontezza che l’atleta deve avere in gioco. Il fatto che la maggior parte dell’azione si svolga attraverso un computer non sta significare che l’esport sia un’attività malsana e per pigri, altra concezione completamente errata, perché i giocatori seguono anche un regime di allenamento fisico in modo da poter essere sempre in salute.
Esport e sport non dovrebbero essere visti uno come la nemesi dell’altro anzi, essi potrebbero andare mano nella mano e unire il meglio dei due mondi. Anche la continua discussione dell’entrata degli esport nelle Olimpiadi tradizionali si sta dimostrando deleteria per entrambe le parti. La parola esport non rappresenta una sola realtà, che possa essere quindi rappresentata adeguatamente fornendogli un posticino nelle Olimpiadi, ma un insieme di realtà: il mondo competitivo di FIFA, quello di Overwatch, di League of Legends, e chi più ne ha più ne metta. Molto più interessante risulta il discorso sulle eOlympics 2024 sulle quali si sa poco ma che sono già state annunciate. Se gestite bene, le Olimpiadi create ad hoc per gli esport potrebbero rappresentare l’inizio di una nuova era per i videogiochi competitivi.