Alla scoperta del mondo del sim racing, l’esport che per chi sogna di correre come Niki Lauda

Il sim racing è un esport che sta crescendo sempre di più: Esporters ha intervistato Giuseppe Mazzei per scoprirlo più a fondo

Alzi la mano chi non ha mai sognato di correre insieme a Michael Schumacher, Ayrton Senna o Niki Lauda. Il sim racing, negli anni, ha sempre contribuito ad avvicinare i piloti virtuali ai propri idoli e la fine del secondo ventennio risulta essere un punto di svolta, per tutto il mondo degli eSport. Perché? Le aziende che stanno investendo nel settore sono davvero tante, con piloti reali che affiancano e supportano le controparti virtuali. E’ il caso, ad esempio, di Enrico Fulgenzi – campione 2009 Porsche Cayman Cup e 2013 Porsche Carrera Cup Italia – che, attivamente, segue le gare di sim racing, fornendo anche commenti tecnici, significativi nell’evidenziare l’ormai sottile linea di confine tra chi gareggia dietro un monitor e chi dall’interno di una vera auto. A tal proposito, basti pensare che Fernando Alonso – pluricampione di Formula 1 – ha fondato il suo team virtuale, attualmente impegnato nell’ iRacing World Championship. Cosa si prova a partecipare ad una gara virtuale e cosa significa vivere questo mondo dall’interno? Esporters lo ha chiesto a Giuseppe Mazzei: manager e pilota del Team Racing oN3, attivo dal 2005, storico punto di riferimento italiano che vanta un ampio palmares di successi e più di una partecipazione all’iRacing World Championship.

La dedizione e la passione guidano le nostre giornate. Le settimane precedenti la gara sono caratterizzate da un attento studio dell’auto e della pista, infatti proviamo e riproviamo numerose ore per trovare il setup ideale, durante gli allenamenti. Quando, finalmente, ci si trova in griglia ad attendere lo spegnimento dei semafori, si avverte il cuore battere in gola. La tensione è palpabile e l’immersione è totale. Siamo dei piloti professionisti, che vivono tutte le emozioni e le sensazioni che i nostri idoli hanno la fortuna di provare in pista. L’unica differenza è che non si avvertono le forze ‘g’ da dietro un monitor. Tutto il resto è semplicemente fantastico.

Un pilota virtuale, per riuscire a competere attivamente nel panorama internazionale, ha bisogno di allenarsi metodicamente, investendo tempo, energie e risorse per riuscire a trovare quel minimo di velocità maggiore che potrebbe risultare decisivo per un intero campionato. Sono proprio la dedizione e la passione a nutrire il sim racing da numerosi anni. Attorno il 2005, infatti, i piloti che si preparavano per i campionati online, seguivano corsi di guida sportiva simulata, offerti dalla scuola Sim Min. Istruttori, collaudatori e piloti reali condividevano la propria esperienza con gli utenti, al fine di farli migliorare e vivere una carriera simile alla controparte reale. Questo mondo è pronto per un ulteriore balzo in avanti, previsto entro la fine dell’anno: Assetto Corsa Competizione, che si candida a promuovere l’eSport, per portare i giocatori nel cuore della Blancpain GT Series, dovrebbe uscire in Early Access questa estate.

 

 

 


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