Nonostante i soliti problemi prettamente nostrani, l’Italia si appassiona al mercato dei videogiochi: lo dicono le stime di un mercato in netta crescita
In un Paese fin troppo abituato al ‘segno meno’, sotto diversi punti di vista socio-economici, un interessante segno positivo arriva dal mercato dei videogiochi. Nonostante il digital divide evidenzi fortemente le differenze con diversi altri paesi del mondo, il rapporto annuale rilasciato dall’Associazione dei produttori di videgiochi in Italia (Aesvi) mostra dei dati interessanti. L’industria videoludica gode di ottima salute e genera un giro d’affari che nel 2017 ha sfiorato gli 1.5 miliardi di euro. Restano le solite, italiche pecche legate al ricambio tecnologico, l’acquisto di consolle di nuova generazione come PS4 e Xbox One è minore rispetto a diversi paesi d’Europa (il Nintendo Switch invece genera buoni numeri) e il fatturato degli hardware supera di poco i 420 milioni. Com’è logico che sia, i giochi sono il punto di forza del mercato in quanto prodotti più acquistati (71% del totale): in Italia si preferisce ancora il formato ‘fisico’, il classico dischetto (370 milioni), seguito poi dalle app grazie alla diffusione di smartphone e tablet, mentre non ha ancora preso piede in maniera consistente il download digitale, colpa anche dei problemi legati alla connessione e alla diffusione della fibra ottica non ancora presente in maniera capillare in tutto il Paese. Per quanto riguarda i titoli, su consolle dominano FIFA 18 e Call of Duty WWII, per pc The Sims 4 è uno dei videogiochi più apprezzati seguito da Overwatch, mentre fra i titoli scaricati nel digitale occupano le prime posizioni di download Rainbow Six Siege e nuovamente FIFA 18. Fra le app invece, Clash Royale e Candy Crush Saga sono le preferite dai gamer. Ma in Italia, chi sono questi videogiocatori? Secondo un rapporto stimato da Aesvi (basato su un campione di italiani fra i 16 e i 64 anni) sono 17 milioni, di cui il 59% uomini, per lo più fra i 25 e i 44 anni. Interesante il dato che vede i genitori con figli al di sotto dei 15 anni vestire i panni di videogiocatore nel 67% dei casi. Un mercato in crescita, che attira persone di ogni età, supera i pregiudizi e le limitazioni socio-strutturali di un Paese magari un po’ arretrato, ma che si appassiona ai videogiochi sia a livello competitivo, che come passatempo.