Essere al centro dell’attenzione non è facile e lo sa bene Félix ‘xQc‘ Lengyel, l’ormai ex giocatore della Dallas Fuel
Félix ‘xQc‘ Lengyel è, senza ombra di dubbio, una delle figure più controverse della scena competitiva di Overwatch. È un talentuoso giocatore di Overwatch ma si è fatto conoscere dalla community soprattutto per certi suoi comportamenti considerati “tossici”. Il ragazzo ha giocato fino a pochi giorni fa per la Dallas Fuel nella Overwatch League. Durante la Fase 1, è stato sospeso in seguito a un commento omofobo nei confronti di un rivale. Dopo essere stato sospeso di nuovo, i Dallas Fuel hanno annunciato che il ragazzo non sarebbe più stato un membro della squadra. In un’intervista con il Washington Post, xQc ha parlato del suo comportamento durante l’Overwatch League. Riguardo l’uso dell’emote definita “razzista” e del termine “cancro“, ha detto:
Sono al 100% al corrente del fatto che alcune persone abusano dell’emote TriHard solo quando appare una persona di colore sullo schermo, riducendola così a essere solo una “persona di colore”. Veramente terribile. I log mostrano che la uso ogni volta che entro in chat per salutare i membri della mia community. Quando Malik Forté è apparso sullo schermo, mi stavo allenando e davvero non mi sono reso conto o pensato che le persone sarebbero saltate alla conclusione che l’avessi usata per razzismo, dato che l’ho utilizzata 127 volte nella chat della OWL. Non credo di aver fatto uno sbaglio. Adesso me ne pento per come [il gesto, ndr] è stato interpretato dalle persone. “Cancro” è un termine molto comune nel mondo dell’online gaming, qualcosa che sto cercando di fermare. Quella notte ero molto arrabbiato e avevo bisogno di un modo per sfogarmi. Capisco che riflette negativamente sul tentativo della Blizzard di rendere gli esport mainstream.
Quando xQc ha annunciato che avrebbe lasciato i Fuel, ha chiesto ai suoi fan di non mandare, di nuovo, altre minacce di morte. Cose del genere sono, purtroppo, comuni sui social. Sono molte le persone che pensano che non ci sia niente di male nell’insultare pesantemente qualcuno o addirittura minacciarlo di morte su internet. Se poi si tratta di una figura pubblica, è sicuro che certi messaggi arriveranno a essa. A tal proposito, xQc ha detto:
La “Twitch culture” è molto vasta e complessa. Gli streamer hanno una certa responsabilità nel contenere e moderare determinati comportamenti, ma c’è un limite. Essere un “pazzo” attrae persone simili, quindi i miei follower sono imprevedibili ma c’è un limite a quello che posso fare. Spesso dire qualcosa come “non insultate il ragazzo che mi sta twittando” ha l’effetto opposto.
Riguardo il modo in cui la commissione della Overwatch League e la Dallas Fuel hanno gestito i vari “scandali” causati da xQc, ha dichiarato:
Penso che la Overwatch League e i Fuel reagiscano soprattutto alle lamentele della commuinity, che ha la tendenza ha saltare alle conclusioni MOLTO velocemente, soprattutto quando si tratta di me. Raramente mi viene dato il beneficio del dubbio o qualcosa del genere quando spunta il mio nome. Difendermi contro le opinioni ormai scolpite nella pietra degli altri è impossibile. Penso che non sia giusto. Incolpo me stesso per non aver analizzato ogni mia singola azione o cosa che dico. Incolpo me stesso per non aver pensato al peggiore dei modi possibili in cui queste cose potevano essere viste dal pubblico mainstream.
Alla fine dell’intervista, xQc ha aggiunto che molti giocatori della League lo hanno contattato e supportato dopo quello che è successo.